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Platone influencer (?) I Classici e i Social: una nuova strada verso la cultura

di Beatrice Flammini

31 Agosto 2023

Qual è il nesso tra Euripide e TikTok? Perché Platone dovrebbe trovarsi su Instagram?
Queste sono domande più che lecite, dal momento che si tratta di accostamenti che di primo impatto sembrano stridere, ma forse per rispondere è necessario fare un passo indietro e ragionare rapidamente su due problemi. Il primo è il generale impoverimento dei contenuti con i quali si viene a contatto quotidianamente, che di conseguenza porta l’individuo ad essere sempre meno “allenato” al ragionamento e sempre più incline a valutare in modo superficiale tutte le sfere del sapere che non sono direttamente collegate ad un’applicazione pratica o ad un ritorno economico apparentemente immediato. Uno dei sintomi di questa condizione, nonché secondo problema in questione, è il calo delle iscrizioni al liceo classico. Ovviamente i fattori scatenanti sono molteplici, ma il presupposto latente che li accomuna tutti è il seguente: in una catena di causa-effetto, la superficialità porta all’ignoranza, che di conseguenza spinge le persone a vedere la cultura come un qualcosa di inutile e questo processo si conclude, in molti casi, con il mettere da parte gli studi classici.
Questa realtà a volte spaventa e agli occhi dei più appassionati sembra quasi inspiegabile, ma la nostra capacità di speculazione ci viene incontro anche nella comprensione di queste problematiche. Quello di oggi è un mondo che si muove ad una velocità quasi irreale, in cui un giorno si ha un impiego e il giorno dopo si fa tutt’altro, in cui la notizia più eclatante dopo 24 ore è dimenticata, in cui tutti sanno poco di tutto, senza conoscere veramente, ma soprattutto è un mondo che non aspetta nessuno, che vive nel futuro e che vede il passato come un qualcosa di lento, obsoleto e inutile. Non è difficile quindi immedesimarsi nel pensiero di chi, poco abituato ad entrare nel profondo delle questioni, decide di seguire ciò che apparentemente sembra più utile. La cultura non è utile, soprattutto perché non fa più parte della quotidianità. Poche persone ne parlano e ancora meno persone la apprezzano.
Ed ecco perché Euripide deve stare su TikTok. Il mezzo di divulgazione più potente lo possiede ognuno di noi ed è a portata di mano. Il compito principale dei social, in questo contesto, è proprio quello di far entrare la cultura classica nella vita quotidiana delle persone, rendere familiari concetti che ormai non lo sono più. In quel momento, forse, il ragazzo che è indeciso se iscriversi o meno al liceo classico troverà più facilmente la sua strada, senza pensare che sia una scelta fuori dal comune o rischiosa.
Non si tratta di avere la pretesa di insegnare effettivamente qualcosa con un video di novanta secondi, il vero scopo è quello di inviare un input, di instillare la curiosità, di dare un piccolo stimolo alla mente, di mandare un messaggio che quotidianamente entra nel subliminale e che piano piano diventa la normalità. Ciò che è parte integrante della vita delle persone non viene visto come inutile, questo vale per qualsiasi disciplina.
Chi non conosce non si rende conto di cosa si perde, per questo bisogna parlare e rivelare questo mondo a chi ne è all’oscuro. In questo momento storico è quasi palpabile la necessità di diffondere i messaggi degli antichi, di veicolare in modo semplice tutte quelle nozioni che arricchiscono l’anima e, perché no, di divertire chi ascolta. Avendo a disposizione facilmente tali informazioni, si arriva ad una consapevolezza che si articola su due livelli: il primo è il piano culturale. Imparando, scoprendo, ci si rende conto dell’importanza del passato. Il secondo, forse il più importante, è quello dell’introspezione, perché un volta entrati nei sentimenti del passato si capisce la vera utilità di questi studi. Vedere un video nel quale si parla del mito della caverna non esaurisce il suo potenziale nella storiella divertente che viene raccontata, ma porta il pubblico a porsi delle domande. Anche io vedo solo il riflesso della realtà? Anche io vivo in una caverna e, pensando di sapere, mi precludo la possibilità di conoscere meglio, approfondire, scoprire la verità? O ancora, ascoltando le vicissitudini di Medea, si impara ad entrare nei sentimenti più sconcertanti, a capire il diverso, per poi arrivare a provare empatia per una donna che uccide i propri figli. Sperimentare emozioni nuove e sconosciute aiuta a vedere con più distacco e razionalità la realtà in tutte le sue sfaccettature. In quel momento ci si rende conto che attraverso questi studi, oltre al bagaglio culturale, si crea un meccanismo mentale che permette di saper ragionare, di essere aperti, ma anche di riuscire ad adattarsi, ad essere più flessibili. È questo l’investimento che si fa quando si sceglie il liceo classico e, come ogni investimento che si rispetti, i suoi frutti si vedono nel tempo e in qualsiasi circostanza: dal lavoro agli studi, fino alla vita personale e sociale. Rendere fruibili questi contenuti tramite i social permette alle persone di viverli giorno dopo giorno, di interiorizzarli e infine di reputarli parte della routine della conoscenza.
In ultima istanza è giusto chiarire che questi messaggi devono arrivare ai giovani, ma anche agli adulti che li consigliano e, visto che per gli adulti la scuola è solo un ricordo lontano, bisogna arrivare a loro con i social. Le scelte che si fanno nel periodo dell’adolescenza sono dettate, in gran parte, dall’atmosfera che si respira in famiglia. Si pensa sempre che il cambiamento debba partire dai ragazzi e in un certo senso è così, ma l’ispirazione di questi ultimi viene dai genitori, sono loro che hanno il compito di fornire le prime basi dell’educazione e una famiglia che vive di cultura genera figli tendenzialmente interessati. In passato i canali di comunicazione erano limitati, ora chiunque può fare un piccolo viaggio nell’antichità in qualsiasi momento. Non sono poche le persone che, dopo aver visto un semplice video su Instagram, si rendono conto della bellezza del mondo classico e che realizzano di aver perso molto scegliendo strade diverse, soprattutto al liceo. Bisogna fare leva su questo sentimento, i “pentiti” sono proprio gli stessi che consiglieranno i figli e solo rivelando questa bellezza si potrà fare un piccolo passo verso il cambiamento. I social possono essere una spinta verso la cultura che si adatta ad ogni persona e ad ogni età, per questo è conveniente servirsene.
Per concludere, è opportuno ricordare che è fondamentale il ruolo degli studiosi in tale contesto, sono loro che devono aprire questo mondo al pubblico, senza vergogna e senza riserve. È vero che spesso può sembrare svilente per certe materie il semplice contenuto social, ma bisogna anche rendersi conto che questa è la nuova realtà, è parte integrante della vita delle persone e di conseguenza è un mezzo potentissimo per la diffusione della cultura. Forse è necessario compiere un piccolo sforzo di adattamento per far sì che gli antichi possano continuare a vivere in questo presente.

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(Euripide)